“Una cosa è zapatear, l’altra è calpestare la terra. La terra non è calpestata, i suoni sono disegnati accarezzandola” – Antonio Gades.
Nel flamenco il ritmo è una componente fondamentale.
La sua espressione più evidente è ciò che viene chiamato zapateo, ossia la percussione dei piedi su una tavola di legno. L’artista dunque non solo danza, ma anche “suona” il pavimento; non è solo un danzatore ma anche un percussionista. Questa continua relazione della parte percussiva dei piedi e quella più melodica del corpo, produce un effetto estremamente potente di contrasto e integrazione di due elementi opposti, il cielo e la terra, che si uniscono in un unico movimento danzato. Nel flamenco il ritmo non si limita ai piedi, alcuni stili prevedono anche l’utilizzo delle nacchere, ulteriore elemento che si unisce all’insieme. Ci sono poi i pitos, (schioccare delle dita) e la percussione sul corpo che, con un termine più contemporaneo, potremmo definire body percussion.
Dunque flamenco e ritmo sono due elementi imprescindibili che si intersecano, modificano, alternano in un insieme molto stimolante e potente sia per chi danza che per chi osserva.